Nel nostro ordinamento il contribuente è spesso chiamato a pagare l’imposta di registro. Ma di che cosa si tratta esattamente?
In sintesi, l’imposta di registro è un’imposta indiretta che grava sui trasferimenti di ricchezza, come ad esempio avviene nelle ipotesi di acquisto di un immobile. Si deve dunque pagare per la registrazione di atti (pubblici o privati) che hanno come effetto il trasferimento della proprietà di beni o la costituzione o la modifica di diritti reali.
In parole ancora semplici, l’imposta di registro è un’imposta che il contribuente deve versare allo Stato per rendere ufficiale un atto che comporta un trasferimento di valore, come la compravendita di una casa, un terreno o un’auto. La registrazione dell’atto presso l’Agenzia delle Entrate gli conferisce certezza giuridica, opponibile a tutti.
Esempi di atti soggetti all’imposta di registro
Con questa premessa, non è certo difficile individuare degli esempi di atti soggetti all’imposta di registrso.
Sono di fatti assoggettati a tale imposta, salvo esplicite eccezioni e esclusioni, le operazioni di:
- Acquisto di un immobile (casa, terreno, fabbricato)
- Vendita di un immobile
- Costituzione di una società
- Trasferimento di un’azienda
- Donazione di un immobile
- Successioni ereditarie
- Affitto di beni immobili con durata superiore a sei anni
Come si calcola l’imposta di registro:
L’importo dell’imposta di registro varia in base a diversi fattori, tra cui la tipologia dell’atto su cui è applicata. Ad esempio, l’acquisto di una prima casa da parte di un privato è soggetto all’imposta di registro del 2%, mentre l’acquisto di una seconda casa è soggetto all’imposta di registro del 9%.
Un altro fattore che impatta sulla misura dell’imposta è il valore del bene: l’imposta si calcola infatti in misura proporzionale sul valore del bene trasferito o del diritto reale costituito. Vi è poi l’impatto determinato dal regime fiscale del soggetto che trasferisce il bene: l’aliquota può infatti variare in base al regime fiscale a cui si aderisce, cambiando da contribuente privato a impresa o a ente non commerciale.
Esiste un’imposta di registro per la prima casa?
Sì, per l’acquisto di una prima casa da parte di un privato è prevista un’imposta di registro agevolata del 2%. Per beneficiare di questa agevolazione, è necessario rispettare alcuni requisiti, tra cui:
- Non essere proprietario di altri immobili nello stesso Comune dove si acquista la prima casa
- Non essere titolare di diritti di usufrutto, abitazione o uso su altri immobili nello stesso Comune dove si acquista la prima casa
- Residenza o stabilire la propria dimora nel Comune dove si acquista la prima casa entro un anno dall’acquisto
- Non aver fruito in precedenza dell’agevolazione prima casa per l’acquisto di un altro immobile
Come si paga l’imposta di registro
L’imposta di registro si paga tramite modello F24 presso l’Agenzia delle Entrate. Il pagamento deve essere effettuato entro i termini previsti dalla legge, che variano a seconda del tipo di atto registrato.