Prima di addentrarci nell’argomento che riguarda il carcinoma ovarico è bene capire quando si parla di metastasi. Le metastasi sono una migrazione delle cellule tumorali attraverso il sangue e la linfa dal punto originario ai tessuti più lontani ove esse si riproducono e generano un nuovo cancro. Tra gli altri maggiormente soggetti alle metastasi vi sono quelli con una vascolarizzazione maggiore come, ad esempio, il polmone e del fegato. invece per attecchire nell’organo verso il quale si spostano devono verificarsi particolari condizioni che permettono alle cellule tumorali di entrare nel tessuto.
Le cellule impazzite incontrano degli ostacoli per arrivare alla loro destinazione, infatti, devono prima staccarsi da loro tessuto e oltrepassare le barriere anatomiche del corpo e l’azione del sistema immunitario questo ci spiega perché soltanto l’uno percento delle cellule tumorali che migrano riescono a dare luogo alla metastasi. Questa è proprio un segno distintivo del tumore che influenza anche la sopravvivenza del paziente in quanto questa capacità di migrazione è legata solamente ai tumori maligni che sono notoriamente più aggressivi e nonostante i progressi compiuti grazie alle borse di ricerca per la lotta contro il cancro, come quelle assegnate dal centro Lombroso, spesso le prognosi sono infauste. Anche usufruendo degli innovativi esami di imaging con alta risoluzione come, ad esempio, la TC e la PET, la mortalità da cancro dipende ancora molto dall’espansione della massa tumorale lontano dal sito primitivo.
Il tumore alle ovaie
Il carcinoma ovarico rappresenta la quinta causa di morte per cancro nei Paesi sviluppati. Nel nostro Paese colpisce annualmente 5.200 donne e, circa nel 75% dei casi, la diagnosi avviene in fase avanzata.
Tale patologia, infatti si sviluppa principalmente senza particolari segnali di allarme e, quando provoca dei sintomi, essi sono manifestazioni generiche difficilmente correlabili a una diagnosi così importante. Parliamo di inappetenza, gonfiori addominali, variazioni delle abitudini intestinali e piccole perdite ematiche che possono essere scambiate facilmente per tutt’altro. Intanto, il cancro può crescere e sviluppare delle metastasi, specie nella cavità addominale.
Questi fattori fanno del carcinoma ovarico una delle neoplasie più insidiose, che ha una sopravvivenza dalla diagnosi inferiore ai 5 anni nel 40%.
Carcinoma sieroso
Il più comune sottotipo di questa neoplasia è rappresentato dal carcinoma ovarico sieroso, che è l’80% dei cancri all’ovaio in fase avanzata e si caratterizza con un alto tasso di recidiva e molte metastasi. Purtroppo, la prognosi negativa deriva anche dalla scarsità di bersagli molecolari sui quali progettare lo sviluppo di farmaci nuovi e di biomarcatori con cui monitorare l’andamento della patologia.