Il tuning è creatività, gusto ed estetica. Tutti abbiamo un veicolo che magari vorremmo avvicinare di più al nostro gusto estetico oppure potenziare dal punto di vista meccanico. Per farlo, tuttavia, bisogna conoscere tutto il mondo che lega motori e carrozzerie e sapersi affidare ai migliori rivenditori e tuning shop. Ma non è tutto. Il tuning, in Italia, è un mondo a cavallo tra legale ed illegale, motivo per cui faremo chiarezza su normative e sanzioni che possono riguardare le modifiche al veicolo. Tutti abbiamo pensato, almeno una volta nella vita, di modificare esteticamente o meccanicamente il nostro veicolo per renderlo più piacevole da guardare e da guidare, vero? Ebbene ecco tutto quello che c’è da sapere.
Innanzitutto partiamo dalle basi: cos’è il tuning?
Si tratta di un’arte che consiste nel modificare un veicolo per renderlo unico e “pimparlo” esteticamente e a livello di potenza. Il tuning, difatti, può essere di diverse tipologie a seconda dell’area del veicolo su cui si effettuano modifiche. Quando si migliora la carrozzeria si parla di tuning estetico. Quindi rientrano in quest’area le minigonne, le portiere, i fanali, gli specchietti, i colori ecc… C’è poi il tuning meccanico e, come dice la parola stessa, si riferisce alle modifiche delle componenti meccaniche del veicolo. Praticamente servono a potenziare il motore, lo scarico, il sistema frenante e l’assetto delle sospensioni. C’è anche un’altra frontiera di tuning, ovvero quello audio/video. Esso riguarda l’installazione di altoparlanti, subwoofer, casse, e schermi per esaltare la qualità di riproduzione di musica all’interno (e in questo caso anche all’esterno) dell’abitacolo.
Fino a che punto può essere “pimpata” un’auto?
Cosa dice la legge ed il codice della strada in materia di tuning? Vediamo cosa c’è da sapere. Ciò a cui bisogna far riferimento è la sezione del Codice della Strata al Titolo Terzo, ovvero “Veicoli a motore e rimorchi”. Di questo capitolo quelli che riguardano le modifiche sono in particolare gli articoli 71, 72, 75 e 78. I veicoli, stando alle norme, devono necessariamente seguire le Regole promulgate dal Ministero dei Trasporti. Inoltre ogni modifica deve essere eseguita seguendo i criteri di certificazione dell’omologazione. Il testo di legge, nello specifico, spiega che le caratteristiche costruttive e funzionali di un veicolo a motore possono essere soggette ad accertamento rispetto a quanto prescritto dal regolamento ministeriale. Può essere obbligatorio il confronto con tabelle e norme di unificazione che fanno riferimento alle caratteristiche dei dispositivi installati sul veicolo acquistato con omologazione di vendita. Quindi se vengono apportate modifiche costruttive e funzionali i veicoli sono soggetti a controlli e possono essere eseguite previa autorizzazione ed opportuna documentazione. Questo non ci dice molto su quali pezzi e quali modifiche possano essere apportate legalmente.
Nello specifico…
Il punto è che la legge impone solamente limiti di omologazione e quindi, i pezzi aggiunti al veicolo devono essere opportunamente documentati. Per esempio i paraurti non possono essere modificati salvo i veicoli che li prevedono opzionali e, in questo caso, la modifica deve essere riportata sul libretto di circolazione. Le luci possono essere modificate solo presso officine autorizzate e disposte di omologazione della Motorizzazione Civile. I vetri scuri, invece, in Italia non sono legali a meno che non oscurino solo in parte l’abitacolo. Quelli che intercettano la visuale del conducente non possono essere assolutamente oscurati: praticamente tutti tranne i finestrini posteriori dei passeggeri. A poter essere liberamente modificata senza segnalazioni al libretto di circolazione è la marmitta (sempre omologata) così come anche i duomi. Per la marmitta, tuttavia, ci sono limiti di rumorosità che devono essere specificati nel libretto. Ovviamente queste regole valgono per i veicoli da strada, mentre per quelli da gara vi è la più totale autonomia nel rispetto del regolamento. Le sanzioni per il mancato rispetto delle norme di omologazione partono da quattrocento euro e si aggravano anche con il ritiro del libretto. Come fare per non sbagliare? Scegliere sempre pezzi omologati e affidarsi a officine riconosciute che sapranno consigliare soluzioni legali e, al tempo stesso, al passo con i trend del momento.