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Omessa dichiarazione IVA, dal 30 luglio 2018 scattano gli addebiti

Lo scorso lunedì 30 aprile 2018 è scaduto il termine per presentare la dichiarazione annuale Iva 2018, relativa all’anno 2017. Coloro che hanno agito in ritardo, possono cercare di usufruire del ravvedimento se provvedono entro 90 giorni dalla scadenza (ovvero, entro il 29 luglio 2018, che diventa però lunedì 30, considerato il giorno festivo). Ne deriva che se l’invio avviene dopo il 30 luglio, la dichiarazione viene considerata omessa.

Ricordiamo che la dichiarazione viene considerata presentata nel giorno in cui viene correttamente trasmessa telematicamente all’Agenzia delle Entrate, e che la prova della presentazione è considerata unicamente dalla comunicazione di ricevimento. Nell’ipotesi in cui vi sia lo scarto del file, si può rimediare senza sanzioni entro i cinque giorni lavorativi successivi, escludendo sabato, domenica e festivi.

Per la dichiarazione tardiva, ovvero quella presentata entro 90 giorni dalla scadenza, si applica la sanzione fissa di 250 euro, che però viene ridotta a 1/10, cioè a 25 euro, con ravvedimento operoso. Se il modello Iva 2018 viene invece presentato dopo la scadenza del 30 luglio, ovvero dopo i 90 giorni dal 30 aprile 2018, l’adempimento viene considerato omesso e si applica la sanzione dal 120 al 240% delle imposte dovute, con un minimo di 250 euro. Ad ogni modo, s non sono dovute imposte, si applica la sanzione da 250 a mille euro.

Ancora, l’Agenzia delle Entrate ricorda che se la dichiarazione omessa è presentata entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta successivo e, comunque, prima dell’inizio di qualunque attività amministrativa di accertamento di cui abbia avuto formale conoscenza, si applica la sanzione dal 60 al 120% dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di 200 euro. Nell’ipotesi in cui non siano dovute non sono dovute imposte, la sanzione è applicata nella misura compresa tra 150 e 500 euro.

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