Continua la crescita delle quotazioni dell’oro, che prosegue a essere scambiato su livelli massimi da un anno a questa parte, oscillando intorno alla soglia di 1.340 dollari l’oncia. Tuttavia, gli investitori sembrano andarci molto cauti circa la sostenibilità di tale ritmo, ricordando che il rally del lingotto sembra essere sostenuto quasi esclusivamente dalla speculazione, tanto che non sono pochi gli analisti che iniziano ad avvertire la fragilità della strada intrapresa dalla materia prima preziosa.
Si può infatti facilmente notare come l’atteggiamento degli investitori sia radicalmente mutato nel corso dell’ultimo mese, con l’interesse per il lingotto che se prima era diminuito radicalmente, poi si è riacceso improvvisamente, giocando un ruolo fondamentale come safe haven, in un contesto geopolitico in cui è cresciuta l’avversione al rischio sulla scia dei test nucleari nordcoreani e sul continuo indebolimento del dollaro, frutto a sua volta della crescente cautela manifestata dalla Federal Reserve e delle incertezze sulla politica americana, che torna a confrontarsi con la necessità di alzare il tetto del debito pubblico.
La conseguenza di quanto sopra è che al Comex di New York gli hedge funds sembrano essere trascinati dalle rialziste, tanto che le posizioni long (cioè quelle orientate all’acquisto) sono ormai 19 volte quelle short (cioè, orientate alle vendite). Tra gli strumenti finanziari, anche gli Etf sono tornati ad attirare flussi di investimento, con saldi positivi netti ad agosto pari a 31,4 tonnellate secondo le statistiche appena pubblicate dal World Gold Council (Wgc) e con un livello globale di patrimonio gestito che è risalito a 2.295 tonnellate, per un livello che è oggi confrontabile a quello del 2013.
Ma quanto durerà questa luna di miele con l’oro? Secondo molti osservatori, non c’è da fidarsi, e sarebbe pertanto opportuno assumere posizioni più caute, con minore facilità nelle scommesse rialziste del metallo prezioso…