Il petrolio continua a vivere una fase di discreto supporto anche dopo il deciso rialzo delle scorte settimanali statunitensi, in grado di ribadire il quadro di eccesso di offerta, soprattutto nel mercato a stelle e strisce, dove è rinvigorito l’interesse per lo shale oil e, di conseguenza, per l’attivazione delle trivelle. Nonostante il contributo non certo favorevole che è stato prestato dal mercato USA, a permanere è un un quadro di discreto ottimismo sull’intero mercato petrolifero internazionale. E, il merito, non può che essere attribuito all’area OPEC e agli accordi con quella non OPEC: le ultime stime indicano infatti che i tagli concordati tra produttori OPEC e non- OPEC (Russia in primis) per la prima metà del 2017 risultano rispettati per circa il 90 per cento.
Una simile statistica non solo rinvigorisce l’ottimismo per quel che potrebbe accadere in tale mercato, bensì lascia intendere che i tagli alla produzione potrebbero essere protratti ulteriormente, nell’ipotesi in cui tutti i maggiori paesi produttori mostrino una effettiva cooperazione nel rispetto di questi vincoli, con evidenti benefici sulle quotazioni del greggio.
Per quanto concerne i cambi, il dollaro sembra sempre sussistere in un’area di discreta forza dopo le buone notizie macro e dopo le dichiarazioni confortanti dalla Federal Reserve. Le prospettive di rialzo dei tassi nel brevissimo termine rimangono comunque esistenti, e molto dipenderà dal modo con cui verranno digerite le prossime iniziative di politiche fiscali di Trump e, contemporaneamente, e come verranno gestiti i nuovi dati macro economici in corso di uscita.