Secondo quanto affermato dal gruppo Fiat Chrysler in una nota recentemente diramata a mezzo stampa, la riorganizzazione societaria che è avvenuta nel corso dell’autunno di due anni fa, non ha modificato nella sostanza gli obblighi fiscali del gruppo nei confronti dell’Italia che – si legge ancora nella nota – rimangono gli stessi della precedente struttura operativa. In altri termini, Fiat ha confermato che continuerà a pagare regolarmente le tasse nel nostro Paese, contrariamente a quanto aveva sollevato qualche osservatore.
Ricordiamo che il gruppo FCA, così come composto con la fusione tra Fiat e Chrysler, opera in Italia mediante 70 diverse società che svolgono attività di natura industriale, commerciale e finanziaria, generando un fatturato di alcune decine di miliardi di euro.
Ebbene, tali aziende sono soggette nel nostro Paese a ogni obbligo di natura tributaria e ai connessi pagamenti di imposte, e di tali obblighi Fca è chiaramente conscia e rispettosa, come dichiarato alla stampa dal portavoce del gruppo automobilistico, Simone Migliarino, in esplicita risposta alle dichiarazioni di Giorgio Airaudo, ex leader
Fiom, deputato e candidato a sindaco di Torino, secondo cui Fiat è destinata a pagare le tasse all’estero, e non più nel nostro Paese.
Quasi in contemporanea di tale dichiarazione, Fiat ha potuto ben celebrare gli ottimi risultati che sono stati ottenuti nel mercato italiano e internazionale, in conseguenza all’elevato volume di immatricolazioni, che anche negli ultimi mesi hanno superato le medie del mercato. Le prospettive per l’intero 2016 sono molto positive, a conferma della bontà dell’attrattività dei veicoli Fca tra gli acquirenti.